La priorità del Tu: Io sono perché Tu sei

Biodanza e l’Etica secondo Emmanuel Lévinas

di Silvia Signorelli – 2018

A partire dagli anni Novanta, Rolando Toro Araneda (1924-2010), fondatore del Sistema Biodanza, si dedicò allo studio del pensiero di Emmanuel Lévinas (1905-1995), uno tra gli esponenti più importanti del pensiero filosofico del novecento, cogliendone immediatamente la portata rispetto al Sistema da lui creato e da sempre in continua evoluzione.

Con passione Rolando Toro si dedicò all’approfondimento dell’investigazione che Lévinas sviluppò lungo l’intero arco della sua esistenza e che approdò alla definizione dell’Etica come Filosofia Prima, dimensione fondamentale dell’esistenza, proposta come vincolo trascendente che scaturusce dall’ nell’incontro epifanico. Per questo, il professor Toro incluse Lévinas tra gli antecedenti filosofici di Biodanza.

Riflettendo sulla contemporaneità dei percorsi esistenziali e teorici di Rolando Toro e di Emmanuel Lévinas, e sulla disperazione filosofica per gli orrori della guerra, per entrambi punto di partenza nell’elaborazione del loro pensiero, possiamo individuare alcuni passaggi particolarmente rilevanti del pensiero lévinasiano alla luce di numerosi collegamenti con Biodanza: a partire da questi collegamenti, vedremo emergere il Sistema Biodanza come espressione avanzata della cultura contemporanea in collegamento proattivo con il progresso intellettuale del nostro tempo.


Analizzando l’evoluzione del concetto di vincolo nella storia dell’umanità, Rolando Toro ha collocato il pensiero lévinasiano al vertice: attraverso l’individualismo di matrice machiavellica, il concetto di identità in relazione all’altro investigato da Jean Piaget (1896-1980), la dimensione del noi di Martin Mordechai Buber (1878-1965) e l’empatia di Theodor Lipps (1851-1914), il vertice è rappresentanto, secondo Rolando, dal concetto di epifania dell’incontro di Emmanuel Lévinas.

  1. l’Altro e liIncontro con l’Altro infinito: questa è, secondo il filosofo lituano, la dimensione fondamentale dell’esistenza, la scaturigine dell’Etica, nonché la fonte dell’identità che, secondo Lévinas va dall’Altro all’Io: nell’Incontro con l’Altro si realizza, infatti, la possibilità di essere se stessi. L’Altro “venendomi incontro mi espelle dalla mia solitudine”, dice Lévinas. E aggiunge “tu non ucciderai”. Il Volto nudo dell’Altro, che chiede unicamente di venire accolto, è la fonte stessa dell’Etica.
    Riecheggia subito la definizione di Biodanza come Poetica dell’Incontro umano, occasione di riconoscimento dell’Altro e di scoperta e connessione con la propria identità, la parte più intima della nostra intimità, come scriveva Sant’Agostino e Rolando ricordava. L’Altro di cui parla Lévinas, che ha sempre la “A” maiuscola, rimane Altro, sfugge a qualsiasi tentativo di categorizzazione, spiegazione, utilizzo, e vive della dimensione infinita, trascendente, grazie alla quale nasce in noi “il Desiderio d’Altri”, di rispondere affermativamente alla richiesta dell’Altro di diventare nostro “ospite cosmico”, di accogliere il suo mistero.
  1. La dimensione della corporeità: secondo Lévinas, l’incontro con l’Altro avviene nella corporeità: intensi sono i passi in cui Lévinas parla del corpo, della intercorporeità, la rete che unisce tutti noi esseri umani, e del volto: “Il gesto del corpo non è una scarica di nervi, è celebrazione del mondo, è poesia… c’è la esposizione diretta del Volto, senza difesa… Il Volto è senso da solo”. Come non ricordare nel corpo le nostre vivencias, l’esperienza del corpo che sa prima di essere saputo, sente prima di essere sentito, e vive prima di essere vissuto?
  1. Etica è responsabilità per l’Altro: secondo Lévinas, la responsabilità è responsabilità del vincolo con l’Altro, sua fonte è la trascendenza. Per Lévinas l’identità del soggetto coincide con il suo essere responsabile dell’Altro; recita un passo del filosofo: “Io posso sostituire tutti, ma nessuno può sostituirsi a me”. Ci domandiamo: In che cosa? Rispondiamo: nella responsabilità per l’Altro.
    L’esperienza di Biodanza è esperienza della vincolazione affettiva con l’altro, nel momento in cui vado oltre il mio ego e mi riconnetto con la totalità, e in essa con l’altro, diverso da me che ne è espressione. Sintetizza Lévinas, con poesia e rigore di pensiero insieme: “La mia libertà non ha l’ultima parola, io non sono solo… la coscienza etica è concretamente l’accoglienza d’Altri”. Riportiamo al cuore il concetto di vivencia, l’esperienza dell’essere vivo qui e ora, e in particolare le linee di vivencia dell’affettività e della trascendenza; lo sguardo, riconoscimento reciproco e accettazione incondizionata, il contatto, occasione di integrazione a sé e all’altro, e l’arte del feedback: nella reciprocità dell’ascolto di sé e dell’altro l’Etica si realizza.
  1. Etica come Filosofia prima: secondo Lévinas, la filosofia è conoscenza dell’amore prima che amore per la conoscenza. Una riflessione allora sul Principio Biocentrico sul quale il sistema Biodanza di fonda: il principio che mette la vita al centro è intrinsecamente etico; ponendo la vita al centro realizziamo l’etica, la trasformazione del cuore genera la coscienza etica, frutto della vivencia di trascendenza, e porta a nuove scale di valori; ciò promuove l’evoluzione del vincolo e cambiamenti a livello personale (e dunque sociale): il circolo virtuoso Biodanza-Etica.

Con le parole di Rolando, dal libro Biodanza: “L’esperienza di legame intimo con il prossimo è una esperienza culminante che si prova poche volte nella vita. Provarla anche una sola volta permette di cambiare il proprio atteggiamento di fronte a sé e agli altri. Sapere con certezza che non siamo isolati, che partecipiamo al movimento unificante del cosmo, è una esperienza sufficiente per spostare la nostra scala di valori. Ma questo sapere con certezza non è intellettuale, è commovente e trascendente”.

E con le parole di Emmanuel Lévinas, dal libro Umanesimo dell’altro uomo: “Né le cose né il mondo percepito, né il mondo scientifico consentono di giungere alla norma dell’assoluto. Opere culturali, sono bagnate dalla storia. Ma l’Etica non è imbarcata nella storia e nella cultura; non è neanche come un isolotto che ne emerga, perché l’Etica rende possibile ogni significato, anche culturale, e consente di giudicare la cultura”.


Se Rolando Toro Araneda ed Emmanuel Lévinas sono partiti dalla disperazione filosofica per lo scollamento tra intelligenza e affettività, credo le loro rispettive elaborazioni possano dirci molto sul superamento di questa drammatica dissociazione: la filosofia di Lévinas come Filosofia dell’Etica e la Biodanza come Danza e Alfabeto della Vita sono una possibilità reale per ciascun essere umano e per la comunità degli uomini di porre l’etica a fondamento della propria esistenza, e un vivere più etico come campo di espressione e orizzonte di futuro.

Categorie: Biodanza

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